Wednesday 7 July, 2010

fire walk with me e parole chiave

innanzitutto     i giornali, l'informazione, la forma che si dà a un fatto, un evento : 

- vedi post del Corriere della Sera sotto citato
- vedi QUI, sempre Corriere della Sera del 6 luglio
- vedi QUI, sempre Corriere della Sera di oggi 7 Luglio


poi mi tocca respirare profondo. prendermi 5 minuti per imprecare a gusto. 
E poi cerco di articolare un discorso.
Mi segno le parole chiave (cerco di fare appello a una forte razionalità per contrastare il mio skazzo):


intensificare l'attaccamento all'azienda
considerare i propri dipendenti come figli da accudire anche nel tempo libero
caccia al tesoro
corso di cucina










Mi propongo di usare le parole chiave nel mio discorso. 
Respiro profondo. 
Comincio?
comincio a caso. come al solito. 




No . Comincio da una "parola chiave". 
"considerare i propri dipendenti come figli da accudire anche nel tempo libero"
quindi l'azienda ti adotta. ma come? ma chi ? ma perchè?
perchè mi devo sentire voluto bene da un'istituzione che basicamente si occupa di fare dei soldi a partire dal mio sudore? perchè un'entità, un macchina che mi usa per far funzionare il suo ingranaggio dovrebbe sforzarsi di farmi credere che ha dei sentimenti nei miei confronti?
definitivamente vista così non ha un senso .
Ma se consideriamo che le ore di lavoro occupano la maggior parte delle mie giornate, se vedo il sole solo dalla finestra, se vedo i miei figli solo quando dormono, se vedo i miei genitori solo un pomeriggio al mese, se poi la domenica sono troppo sfatto per uscire e non mi muovo dal divano...è possibile, anzi molto probabile che sia naturale sviluppare una certa rabbia all'inizio, che poi col tempo e l'impotenza diventa tristezza, profonda tristezza, forse anche dolore.
Una persona addolorata esistenzialmente al lavoro non ci va volentieri, nemmeno al bar ci va volentieri di fatto. Una persona che che non fa volentieri il suo lavoro tendenzialmente lo fa male, o almeno con noncuranza.
E qui suona l'allarme . 
L'allarme della fottuta macchina che si alimenta del tuo sudore. 
Ricordo lavorare nel call-centre e portarmi libri da leggere tra una chiamata e l'altra. Dopo una settimana sono stata "invitata a fare due chiacchere" nell'ufficio di Risorse Umane ( anche lì ... per sta volta sorvolo sull'etimologia che è meglio) e lei porgendomi il suo migliore sorriso condito da una tazza di te, mi chiede come sto, come va la mia salute, se mi manca casa, io molto ingenuamente le dico che va tutto bene anzi che ultimamente mi trovavo meglio al lavoro ( scoprire che avevo un sacco di tempo per leggere era stata effettivamente la svolta: sapevo che in quattro ore di lavoro mi sarei letta almeno una decina di capitoli e questo mi esaltava) lei mi spiega che avevano fatto dei controlli e che il mio rendimento era molto povero, rasando il disastroso ( avevo passato il numero del presidente a un utente qualsiasi) e che quindi lei era preoccupata per me, mi congeda facendomi promettere di vedere un medico in settimana. Ricordo ancora la sua faccia da zia premurosa. 
Perchè lei è stata preparata per avere quella faccia, per sfoggiare quel sorriso e porgermi del te, perchè le hanno fatto un corso di come simulare una zia. 
Perchè invece di mandarti a casa a vedere la tua di zia, ti tengono li a fare gli straordinari e poi affibbiarti una simil-zia. Perchè così un po alla volta magari ti stordisci e non sai piú chi è chi.
E quindi arrivi a casa di notte e mangi male = sensazioni brutte = sto kazzo di casa non è mai pulita, sto kazzo di frigo è sempre vuoto 
MA 
la tua azienda ti fa fare il  corso di cucina = sensazioni belle = beh dai almeno sta azienda mi fa imparare cose belle e poi si mangia anche bene, poi vuoi mettere la sensazione di farti tu da mangiare?!!


Un po`alla volta si srotola il meccanismo : mantenere la struttura dei bisogni come tali - attenzione, comprensione, ma anche nutrimento, contatto con la natura- ma cambiare i soggetti.
Con un poco di zucchero la pillola va giù .


Quindi i miei figli sono pieni di problemi: sono adolescenti, o semplicemente difficili da gestire, fanno molte domande e io non ho il tempo, ne la forza di pensare così tanto kazzo io lavoro, porto a casa il pane io!
MA
per fortuna, nel male, almeno qualche domenica ogni tanto l'azienda organizza cose fighe, tipo la caccia al tesoro, sai che figata fuori nel bosco, dai almeno qualcosa di diverso per staccare un po almeno! 
Ed ecco che invece di pensare come passare il tempo con i figli mi diverto a guardare le facce dei miei colleghi, dei miei superiori in tenuta da domenica, spogli di uniformi e cravatte sembrano più umani, quasi amici. 
Eccerto sono uomini anche loro alla fine. 


Il sottile meccanismo dell'illusione funziona perchè si basa su cose oggettivamente vere: stare insieme ad altri esseri umani è bello, mangiare è bello, giocare è bello, ricevere attenzione è bello, gli esseri umani sono belli. Anche il sole e i prati sono belli.


Il problema è che queste bellezze dovrebbero essere una scelta propria. Una sana scelta personale.
E anche privarsene dovrebbe essere una scelta personale.
Invece no, invece questi fattori della vita, questi regali che sono parte dell'essere vivo, vengono trasformati in mezzi per la deformazione della vita.
E quindi il prato, il pane, il sole vengono strumentalizzati per intensificare l'attaccamento all'azienda.



Vedrai un bosco alla tele e penserai "che bel ricordo la caccia al tesoro con quelli del lavoro".
E penserai che è stato bello.
Sensazione piacevole e zuccherosa che ti riempirà le vene di tranquillità, ti farà sprofondare dolcemente sul divano togliendoti completamente la visione che quel bosco non l'hai scelto tu, quelle persone non le hai scelte tu e nemmeno loro hanno scelto quel posto nemmeno loro hanno scelto te.
Sprofondato sul divano sortirai gli effetti di quella droga disegnata apposta per toglierti le tue libertà.
Con un sorriso sulle labbra.

....e le cicatrici sotto i piedi... 

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