sta mattina è venuto a casa don bruno a visitare mio padre. ...e a portargli il signorút, come lo chiama lui.
eravamo fuori in terrazza, mio padre, mia madre, il fratello piu grande di mio padre e annarosa, più il cane.
tutti seduti intorno al tavolo con la tovaglia rossa.
don bruno si è messo questo pezzo di stoffa che fa il giro al collo e scende sul busto, che si mettono i preti per cominciare il cerimoniale. era rosso e nero su sfondo bianco. molto semplice. mi passa un foglio con su scritto il vangelo di oggi. poi da un borsello in cuoio nero tira fuori un fazzoletto bianco e lo stende sul tavolo, ci appoggia sopra un contenitore rotondo dorato. poche poche pochissime cose ha fatto. i suoi gesti semplici ma precisi. e comunque piu semplici che precisi. e così ha celebrato quella che altri chiamerebbero messa, ma per me non aveva nessuna relazione con quel termine, nè lui la chiamò cosi in nessun momento. mentre distribuiva quello che ha chiamato il pane del cielo, il cane rosicchiava un pezzo di pane sul pavimento. per quei pochi istanti ho sentito di essere una famiglia, di appartenere ad un unica cosa.
suppongo che alla fine sia questo la ragione delle religioni, delle liturgie: farci sentire uno con il tutto. farci sbirciare per dei momenti più in la di quello che possiamo vedere ... e scoprire che non ci sono frontiere e che l’Amore o la Vita come dir si voglia è in tutti noi in ogni momento. per un attimo far sparire il velo che illude di essere individui, di avere dei limiti da superare...
1 comment:
:-) ro
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